Storia

Adipisci velit sed quia non numquam

La storia

I Cimbri dei XIII comuni sono discendenti di migrazioni medioevali. I primi coloni cimbri giunsero nel Veronese, in piccoli gruppi di Tedeschi, prima del 1287 provenienti dall'Alta valle del Chiampo e progressivamente popolarono i territori tra l'Altopiano dei VII comuni e la Lessinia. Si giunse così, al 5 febbraio 1287 quando a Roverè Veronese il vescovo di Verona, Bartolomeo della Scala stipulò un atto di concessione di un'area semi-spopolata al centro dei monti Lessini di circa 25-50 masi permettendo l'insediamento di una colonia tedesca. I contraenti di questa concessione erano due Olderico provenienti dal Vicentino. Al vescovo, i Cimbri dovevano un fitto rinnovabile ogni 29 anni, potevano costruirsi dei masi, aprire un'osteria, ma soprattutto disboscare e rendere così il territorio adatto al pascolo delle greggi, sgravare le terre e renderle fertili. A loro era pure concesso il giuspatronato cioè potevano scegliersi  un parroco di lingua tedesca. L'insediamento era conveniente anche per gli scaligeri per le forniture di legname e carbone. Con l'aumento dei pascoli si intensificò l'allevamento della pecora  "Brogna" con la quale si produsse lana che, cardata e infeltrita, diventava materiale per realizzare "i panni alti", un prodotto assai ricercato.

Non passò molto tempo che questi "Todeschi" si espansero al di fuori del territorio originario, formando ben XIII comunità: da Kam Abato (Badia Calavena), da est giunsero verso la "Frizzolana" (Bosco chiesa nuova), poi Valdiporro, San Mauro di Saline, Taverenole, Azzarino, Campo Silvano, Selva di Progno e Velo. Più tardi arrivarono ad Erbezzo, Cerro Veronese, San Bortolo, Giazza, Campofontana e in parte anche Bolca. Sfaldatosi lo stato Scaligero arrivarono a Verona dapprima i Visconti di Milano ai quali i Cimbri chiesero di confermare gli antichi privilegi, soprattutto il dazio sul sale, sulla lana e l'esenzione dal servizio militare. Con l'arrivo della Repubblica Serenissima di Venezia, gran parte del comune di Roverè fu messo in vendita e gran parte degli acquirenti furono un gruppo di Cimbri che da affittuari divennero proprietari. Nel '600 ai Cimbri fu affidata la difesa dei confini verso il Trentino e quindi sgravati da alcuni dazi. Si pensa che in questi frangenti sia nata l'arte dello sparo dei "Trombini" gli archibugi che ancora oggi allietano le feste più sentite della Lessinia.

Le comunità cimbre furono denominate con il titolo di Montagna Alta del Carbon, per l'attività prevalente dei carbonai. La peste nel 1630 e altri fattori determinarono nel '600 e nel '700 il dissolvimento dei XIII comuni per ricorrenti carestie per cui si dovette importare dalle Americhe (granturco e fagioli) che consentirono un'alimentazione più abbondante. Nei secoli successivi l'emigrazione dalla montagna diverrà un fatto drammatico per la partenza di moltissime famiglie.

Con la pratica della transumanza si aprirono anche altre possibilità di trovare nuovi sbocchi sia lavorativi che familiari. Per tutti questi motivi lentamente il Cimbro si ridusse sempre di più ed oggi questa antica lingua è parlata solamente da alcuni parlanti di Giazza.

Crea il tuo sito web gratis!